domenica 15 novembre 2020

(non) Vendo spremitubetti


Se le tue mani sono eccessivamente affaticate da una vita di lavoro, risparmia loro gli sforzi necessari a far uscire gli ultimi grammi di conserva dal tubetto. Le tue mani meritano una mano. Una mano con manovella. E cioè questo affare spremitubetti. Giri il pispolo al lato dopo aver infilato il tubetto, che non farà più il furbetto: non potrà trattenere i 20 centesimi di conserva che gli sono rimasti sperando che tu lasci perdere. Perché 20 centesimi oggi, 20 centesimi domani, 20 centesimi dopodomani, 20 centesimi negli altri due giorni successivi a dopodomani, si arriva in fondo all'anno e sono 100 centesimi. E quei 100 centesimi non sono destinati alla spazzatura. Appartengono a te. Che li dovrai dare a me, perché ti do lo spremitubetti.

Ne avevo comprati due, molti anni fa. Uno lo regalai a mio zio Giancarlo, che ha gradito molto (infatti ridacchiava, quindi ha gradito, no?). L'altro l'ho tenuto nell'armadio dei regali di emergenza. Ma nessuna emergenza si è palesata, quindi nessun altro ha gradito molto. Ti va di essere tu il secondo gradiente? L'oggetto passerà dalla famiglia con maggiore concentrazione di spremitubetti a quella a minor concentrazione. Faccio per dirti che il dispositivo è nuovo di zecca, mai usato, ma è fuori garanzia. Ma dopo tanti anni mio zio Giancarlo non mi ha mai comunicato nessun malfunzionamento, altrimenti gliel'avrei sostituito e questo annuncio non esisterebbe. Nota: le storie che racconto sono vere, ma un po' romanzate per una maggior fruibilità e gradevolezza. Ad esempio mio zio Giancarlo si chiama in realtà semplicemente Carlo. E a dirla tutta non si tratta di mio zio: si tratta di mia zia, che si chiama Annapaola. Ma tutti la chiamano Paola. Che poi si chiama Rosanna. Che poi si chiama Lucia. Che poi si chiama Lucertola.

Il cavaspilli che si vede sullo sfondo non è compreso nel prezzo: non ve lo posso dare, è mio, mi serve.

 Aggiornamento 7 maggio 2021: non l'ha voluto nessuno.

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