A circa un anno dal mio ricovero precedente, lunedì scorso ho subito un'altra operazione, sempre al ginocchio destro. Ho scelto la stessa clinica dell'anno scorso, perché è abbastanza vicina a casa mia e inoltre ci lavora un ortopedico di cui mi fido molto, lo stesso che mi ha precedentemente operato sia nel 2007 che nel 2011. Stavolta mi è stato asportato il corno posteriore del menisco interno. Fortunatamente stavolta sono stato dimesso il giorno stesso (da martedì vado senza stampelle e già oggi ho ricominciato a lavorare). Il medico internista mi ha autorizzato a mangiare la sera stessa dell'operazione. Ma va! Ennesima prova che l'anno scorso avevo ragione io. Chissà se, rimanendo in clinica, mi avrebbero dato la cena, visto che almeno fino a febbraio 2011 era "prassi" che chi ha avuto un'anestesia, anche parziale, non mangia fino al giorno dopo. Mi son scordato di chiederlo, forse perché troppo occupato a pensare alle verità da riportare nel "Questionario di gradimento" (c'è solo quello di "gradimento", ma non perché uno debba aver gradito per forza... un po' come quando a una persona evidentemente bassa si chiede "quanto sei alto?").
Stavolta se avessi provato a scrivere a mano non ci sarei entrato. Così ho scritto tutto quanto al computer e ho agito di bricolage e fotocopiatrice.
Di seguito, le due righe sugli aspetti positivi e il poemetto sugli aspetti che il modulo definisce eufemisticamente "da migliorare"...
Aspetti Positivi:
cortesia di tutto il personale medico; cortesia di tutto
il personale di assistenza; cortesia di tutto il personale infermieristico
tranne due infermiere (vedi sotto).
Aspetti da migliorare:
Superficialità e poca importanza data al disagio del
paziente:
- Un’infermiera in reparto mi ha detto che la depilazione
del mio arto inferiore era sufficiente; circa un’ora dopo un’altra infermiera
mi ha detto che non era sufficiente; vedendo che si apprestava a completare la
rasatura con una lama e senza crema, immaginavo che sarebbe stata cauta e ho accettato
quindi il trattamento; invece ha proceduto velocemente causandomi dolore sul
momento e pizzicore successivamente. Fra l’altro, visto che mancava un’ora
all’operazione, non ci sarebbero stati problemi per usare la crema depilatoria
anziché la lametta.
- La stessa infermiera, più di un’ora prima
dell’operazione, ha insistito affinché mi togliessi i pantaloni subito anziché
a immediato ridosso del trasporto in sala operatoria. L’unico modo per non
patire il freddo, a sua detta, era stare sotto le coperte, mentre avrei voluto
stare sulla sedia, unico modo per stare seduto a leggere (se lo faccio a letto,
con gambe distese, la posizione è scomoda anche se lo schienale è reclinato, e
ho mal di schiena).
Grande maleducazione di una infermiera in sala operatoria
(sui 50 anni), sia per il modo a dir poco sgraziato in cui ha agito fisicamente,
sia per la cafonaggine con cui mi dava indicazioni “correggendo” i miei
presunti errori, derivanti in realtà dalla sua poca chiarezza:
- se mi chiedi di “stringere il pugno” lasciando rilassato
il polso, chiunque si rende conto che ciò è difficile se non impossibile,
poiché occorre contrarre dei muscoli delle dita che attraversano proprio il
polso; devi invece dirmi di piegare solo le dita lunghe della mano (non il
pollice), il che rende possibile tenere il polso rilassato, nonostante ciò
comunque richieda una certa concentrazione, che certo un atteggiamento scostante
non agevola;
- da decubito laterale destro mi ha chiesto di alzare il
gomito sinistro; io ho obbredito mantenendolo alzato; un minuto dopo,
sgraziatamente spingendomi il braccio in basso mi ha detto “Giù con questo
braccio”, con tono di rimprovero, come se non me l’avesse detto lei di alzarlo
e se io dovessi essere indovino nel sapere quando abbassarlo;
- in vista della puntura lombare ho obbedito alla
richiesta di piegare gambe e braccia; mi è stato detto che non mi ero piegato
abbastanza poiché occorreva una posizione fetale; qualche minuto dopo, quando
mi è stato detto che era giunto il momento di fare la puntura lombare e che quindi
dovevo aggiustare la mia posizione, ho piegato di più le gambe e le braccia e la
stessa infermiera, quasi urlando, ha detto: “No! No!”, così sono rimasto fermo
ad aspettare. Con la stessa cafonaggine, mi ha detto “indietro questa spalla”.
Circa un minuto dopo, senza dirmi niente, improvvisamente ha spinto con forza la
mia testa piegandomi in avanti in maniera veloce e sgraziata, come si trattano
le bestie.
Dopo la puntura lombare e dopo che era stato applicato un
telo che mi impediva di vedere oltre il mio addome, il personale di sala
operatoria muoveva il mio arto inf destro e io ho detto che alla rotazione
esterna sentivo dolore al ginocchio; la stessa infermiera, sempre col suo tono
polemico, mi ha chiesto “Come fai a sentire male al ginocchio?”; mantenendo la
calma, le ho risposto “Ho una lesione meniscale”; lei volendo dimostrare che mi
stavo inventando tutto, mi ha detto “Alza la gamba”, sperando che non ci
riuscissi; ci ho provato e, non sicuro al 100% per le alterate sensazioni
causate dell’anestesia, le ho chiesto “Allora? L’ho alzata?” e lei, uscendo
dalla sala operatoria, ha mentito rispondendo “No”, mentre il restante
personale mi ha confermato che l’avevo alzata. Poco dopo è tornata e mi ha
spiegato come fosse impossibile che io sentissi male. Insomma, voleva aver
ragione lei anche sul mio dolore.
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