giovedì 17 maggio 2012

Terza operazione al ginocchio destro (menisco)..

A circa un anno dal mio ricovero precedente, lunedì scorso ho subito un'altra operazione, sempre al ginocchio destro. Ho scelto la stessa clinica dell'anno scorso, perché è abbastanza vicina a casa mia e inoltre ci lavora un ortopedico di cui mi fido molto, lo stesso che mi ha precedentemente operato sia nel 2007 che nel 2011. Stavolta mi è stato asportato il corno posteriore del menisco interno. Fortunatamente stavolta sono stato dimesso il giorno stesso (da martedì vado senza stampelle e già oggi ho ricominciato a lavorare). Il medico internista mi ha autorizzato a mangiare la sera stessa dell'operazione. Ma va! Ennesima prova che l'anno scorso avevo ragione io. Chissà se, rimanendo in clinica, mi avrebbero dato la cena, visto che almeno fino a febbraio 2011 era "prassi" che chi ha avuto un'anestesia, anche parziale, non mangia fino al giorno dopo. Mi son scordato di chiederlo, forse perché troppo occupato a pensare alle verità da riportare nel "Questionario di gradimento" (c'è solo quello di "gradimento", ma non perché uno debba aver gradito per forza... un po' come quando a una persona evidentemente bassa si chiede "quanto sei alto?").
Stavolta se avessi provato a scrivere a mano non ci sarei entrato. Così ho scritto tutto quanto al computer e ho agito di bricolage e fotocopiatrice.
Di seguito, le due righe sugli aspetti positivi e il poemetto sugli aspetti che il modulo definisce eufemisticamente "da migliorare"...


Aspetti Positivi:

cortesia di tutto il personale medico; cortesia di tutto il personale di assistenza; cortesia di tutto il personale infermieristico tranne due infermiere (vedi sotto).

Aspetti da migliorare:

Superficialità e poca importanza data al disagio del paziente:
- Un’infermiera in reparto mi ha detto che la depilazione del mio arto inferiore era sufficiente; circa un’ora dopo un’altra infermiera mi ha detto che non era sufficiente; vedendo che si apprestava a completare la rasatura con una lama e senza crema, immaginavo che sarebbe stata cauta e ho accettato quindi il trattamento; invece ha proceduto velocemente causandomi dolore sul momento e pizzicore successivamente. Fra l’altro, visto che mancava un’ora all’operazione, non ci sarebbero stati problemi per usare la crema depilatoria anziché la lametta.
- La stessa infermiera, più di un’ora prima dell’operazione, ha insistito affinché mi togliessi i pantaloni subito anziché a immediato ridosso del trasporto in sala operatoria. L’unico modo per non patire il freddo, a sua detta, era stare sotto le coperte, mentre avrei voluto stare sulla sedia, unico modo per stare seduto a leggere (se lo faccio a letto, con gambe distese, la posizione è scomoda anche se lo schienale è reclinato, e ho mal di schiena).

Grande maleducazione di una infermiera in sala operatoria (sui 50 anni), sia per il modo a dir poco sgraziato in cui ha agito fisicamente, sia per la cafonaggine con cui mi dava indicazioni “correggendo” i miei presunti errori, derivanti in realtà dalla sua poca chiarezza:
- se mi chiedi di “stringere il pugno” lasciando rilassato il polso, chiunque si rende conto che ciò è difficile se non impossibile, poiché occorre contrarre dei muscoli delle dita che attraversano proprio il polso; devi invece dirmi di piegare solo le dita lunghe della mano (non il pollice), il che rende possibile tenere il polso rilassato, nonostante ciò comunque richieda una certa concentrazione, che certo un atteggiamento scostante non agevola;
- da decubito laterale destro mi ha chiesto di alzare il gomito sinistro; io ho obbredito mantenendolo alzato; un minuto dopo, sgraziatamente spingendomi il braccio in basso mi ha detto “Giù con questo braccio”, con tono di rimprovero, come se non me l’avesse detto lei di alzarlo e se io dovessi essere indovino nel sapere quando abbassarlo;
- in vista della puntura lombare ho obbedito alla richiesta di piegare gambe e braccia; mi è stato detto che non mi ero piegato abbastanza poiché occorreva una posizione fetale; qualche minuto dopo, quando mi è stato detto che era giunto il momento di fare la puntura lombare e che quindi dovevo aggiustare la mia posizione, ho piegato di più le gambe e le braccia e la stessa infermiera, quasi urlando, ha detto: “No! No!”, così sono rimasto fermo ad aspettare. Con la stessa cafonaggine, mi ha detto “indietro questa spalla”. Circa un minuto dopo, senza dirmi niente, improvvisamente ha spinto con forza la mia testa piegandomi in avanti in maniera veloce e sgraziata, come si trattano le bestie.
Dopo la puntura lombare e dopo che era stato applicato un telo che mi impediva di vedere oltre il mio addome, il personale di sala operatoria muoveva il mio arto inf destro e io ho detto che alla rotazione esterna sentivo dolore al ginocchio; la stessa infermiera, sempre col suo tono polemico, mi ha chiesto “Come fai a sentire male al ginocchio?”; mantenendo la calma, le ho risposto “Ho una lesione meniscale”; lei volendo dimostrare che mi stavo inventando tutto, mi ha detto “Alza la gamba”, sperando che non ci riuscissi; ci ho provato e, non sicuro al 100% per le alterate sensazioni causate dell’anestesia, le ho chiesto “Allora? L’ho alzata?” e lei, uscendo dalla sala operatoria, ha mentito rispondendo “No”, mentre il restante personale mi ha confermato che l’avevo alzata. Poco dopo è tornata e mi ha spiegato come fosse impossibile che io sentissi male. Insomma, voleva aver ragione lei anche sul mio dolore.

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