giovedì 24 febbraio 2011

Questionario gradimento e della mia colpa riconoscimento

Ho inviato pochi minuti fa un'e-mail a mio fratello, allegando la foto del questionario di gradimento della struttura in cui sono ricoverato, della quale ho gradito molto la gentilezza e la disponibilità del personale di sala operatoria e di reparto... con qualche riserva... Che ho riportato nell'apposita sezione descritta eufemisticamente come "Aspetti da migliorare".
Eccone il testo:

Quando ho chiesto del cibo, l'assistente ha consultato il medico, che è entrato nella mia stanza con aria altezzosa, senza salutare e con tono molto sgarbato mi da detto "Allora? Che problema c'è?". Mi ha rifiutato il cibo per questioni inerenti più la prassi che il mio caso specifico. Era restìo a darmi spiegazioni scientifiche, mostrandosi insofferente quando gliele chiedevo.
Se avessi dato retta a ciò che mi è stato detto durante il pomeriggio, non avrei neanche bevuto fino all'indomani.
P.S.: Mio fratello fa il chirurgo e mi ha detto che dopo gli interventi senza curaro usato per l'anestesia il paziente può tranquillamente mangiare e bere nel caso siano passate alcune ore. Nessun senso ha parlare di pericolo di vomito in caso di morfina di cui potrei aver bisogno durante la notte, perché l'effetto dell'anestesia è già passato e non sento dolore, quindi non c'è motivo di supporre che ne avrò nelle ore a seguire.

Riflessioncina: in casi come questo è possibile, prestando un po' di attenzione al proprio intuito, capire fin dall'inizio della conversazione che:

- non puoi costrigere la persona che hai di fronte a darti quello di cui hai bisogno
- dal suo atteggiamento hai già capito che ha già deciso di non accontentarti unicamente per ripicca
- non hai nulla da perdere con questa persona

Di conseguenza hai, secondo me, il dovere di fare ciò che io (sbagliando, mea culpa!) non ho avuto la prontezza di fare. E cioè aprire e chiudere la conversazione con poche parole. Nel caso specifico:

- Allora? Che problema c'è?
- Il problema è che sei entrato senza salutare. E adesso togliti dalle palle.

Prima di lamentarsi di come sono andate le cose per colpa degli altri, occorre ammettere i propri sbagli. E io, solennemente, lo ammetto. Mea culpa. A tutti i pazienti passati e futuri che passeranno sotto a questo zotico, io chiedo scusa.

Nessun commento: