Nella casa di riposo oggi pomeriggio un entusiasmo grande stride con un tremendo nervosismo...
Soffro la colpa di essere contento dei suoi già 5 minuti di ritardo, mentre masterizzo il CD che la coordinatrice mi ha chiesto di copiare per fargliene dono... Mi viene in mente che proprio quando sono esaurite le energie che tengono alta la tensione, come mi sta accadendo, quando al sistema nervoso non rimane altro che rilassarsi, fingendo di ignorare la gravità dell'istante che aspetto, proprio in quell'occasione, accade sempre così, il momento arriva... e mi accorgo che manderei all'aria la preparazione psicologica di una giornata, se di una preparazione si trattasse piuttosto che di questa tensione.. che semplicemente e tremendamente mi fa sentire non all'altezza, in procinto di fare un qualunque errore che sarà la mia vergogna cento volte più a lungo di quanto i presenti impiegheranno a dimenticare questa giornata.
Ma pensare a questo non impietosisce l'orologio, non rallenta il tempo, non frena un evento, né addolcisce il loro impatto, e lo so.
Gli ultimi frenetici preparativi che non sono mai gli ultimi... Tutto che sembra pronto... Per un piccolo istante. Che separa quest'illusione dalla vista di un dettaglio, che diventa cialtroneria tremenda una volta visto. Un bicchiere. Una sedia. Un vestito. Musica troppo alta. Troppo bassa. Una rivista. La finestra. La porta. Di nuovo la sedia. Un ripensamento. La sedia ancora. L'imbecille che ha riaperto la porta che va nel corridoio, che deve stare chiusa. Oppure socchiusa, ma non aperta. La luce. L'incertezza sul momento giusto per offrire i dolci.
L'infermiere cerca di capire come sistemare i fiori gialli che ha portato. Si aggiungono a quelli che addobbano il soggiorno, già numerosissimi, fieri e ritti dentro a vasi che posano su una tovaglia bianca, mai vista prima da me che lavoro qui da più di un anno, che rendono vagamente somigliante a un altare il tavolo di solito usato per appoggiare i giornali.
Vasco è tornato dalla sua camera, dove ha indossato il suo vestito più elegante all'ultimo momento.
La masterizzazione è completata.. Estraendo il CD ripenso Carla che pettinava le pazienti lasciando trasparire ad ogni colpo di spazzola l'aria ansiosa ed avvilita di chi vorrebbe poter fare di meglio.
Sudo. Sto malissimo. Avrei il desiderio di capire bene di cosa ho paura, se la paura lasciasse spazio al desiderio di capire. So solo che vorrei essere in un qualsiasi altro posto. Con le mie ultime forze trattengo il pianto.
Devo fare silenzio.
Shhh...
da un momento all'altro
arriva il vescovo.
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