Ciao, sono Silver e sono un giustiziere umoristico.
Ieri, per consegnare dei moduli bla bla bla, ho dovuto fare l'ultimo di una serie di viaggi in questo mese nel capoluogo di provincia. Con l'occasione ho pensato di passare da un negozio per regolare un conto da anni in sospeso: mi ero rivolto a quel negozio due anni e mezzo fa circa, per acquistare un regalo di compleanno per la mamma: un Comodone. Un incrocio fra un cuscino e una poltroncella. Praticamente una mini-poltrona morbida, senza gambe, da mettere sul letto per starci a sedere e, ad esempio, leggere comodamente. Era quello il periodo in cui la lira stava cedendo il posto all'euro. Pagai col bancomat. La signora che lavorava in quel negozio, avendo in mente il vecchio prezzo, ossia cinquantottomila lire, sbadatamente mi fece pagare 58 euro! Le dissi di non rendermi i soldi in contanti in quel momento (che scemo), perché forse avevo intenzione di acquistare un comodone pure per me: mi sarei ripresentato con lo scontrino... E così ieri mi sono recato in prossimità di quella zona.
Non ricordando dove fosse quel negozio, chiedo a una fruttivendola... non conosce. Chiedo a dei signori che stanno facendo dei lavori all'interno di uno stabile.. E uno di loro mi informa che quell'attività non esiste più! Ha chiuso! Ha chiuso due mesi fa circa. Penso dentro di me "Ho capito.. Si tratta di gente che vive di espedienti: ogni volta che cambia la moneta di Stato, fanno finta di sbagliarsi e fanno pagare di più, e quando il cliente si presenta 2 anni e mezzo dopo per avere i soldi indietro, il negozio non esiste più".
Stavo per tornare indietro, ma ci ripenso... Non mi voglio arrendere. Grazie alle indicazioni di una vecchia signora raggiungo la vecchia sede, dove vedo che stanno ristrutturando tutto quanto. Il giovane nuovo futuro gestore della nuova attività mi fa entrare, e gli espongo, per curiosità il problema. Mi scoraggia e mi dice che ormai i 29 euro che rivorrei indietro sono soldi persi. Perché mai? Se raggiungo la signora, che, mi informano, è ora in pensione e abita proprio lì accanto, magari si ricorda e restituisce la grana. Fra l'altro, al momento dell'errore di digitazione sul bancomat, era presente anche un signore che adesso, mi informa questo ragazzo, lavora nel negozio di elettronica a pochi metri da lì! Ringrazio e mi reco nel negozio di elettronica. Osservo il signore attraverso la vetrina, ho un'aria titubante, e una commessa mi fa segno che posso entrare. Per fortuna lei e una sua amica si allontanano per andare al bar, e io rimango solo con questo signore, che è gentilissimo e si ricorda perfettamente di me! Mi dice che lui al tempo non era titolare, ma un commesso, e che la signora abita lì accanto, ma che adesso non c'è... Gli lascio la fotocopia dello scontrino affinché cortesemente la possa recapitare alla signora... Che a questo punto ribeccherò la prossima volta, forse fra altri due anni e mezzo.
[Aggiornamento 24 febbraio 2018: non ci sono ancora tornato]
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