Ciao, sono Silver e sono un Codi.
Stamattina, novità in sede di trasfusioni di sangue. Ho compilato il solito questionario riempendolo di boiate. Ma stavolta... Ho trovato l'ematologa severa. Una di quelle ematologhe che con il loro sorriso dicono "Io meglio, tu peggio. Chiaro?". È stata chiarissima... ma non nel senso che intende. Le ho spiegato che la compilazione umoristica del questionario serviva anche a selezionare il senso dell'umorismo dei medici, e lei cosa risponde, appena presa coscienza della sua bocciatura? Che in certe situazioni bisogna essere seri, e che lei è una persona umoristica, come se il mio test non avesse nessun valore, e neanche aveva letto il questionario di oggi. Se lo avesse fatto, non avrei dovuto spiegarglielo a voce, che fra i vaccini che ho fatto c'è quello contro la serietà. Sosteneva che se al posto suo ci fosse stato qualcun altro mi sarebbero state dette le stesse cose, e che non c'era nulla di personale in quello che mi diceva. Allora chissà come mai quel suo atteggiamento, così diverso da quello dei medici e delle medichesse che avevo trovato in precedenza. A toni del genere, devo dire, non ho saputo dare una risposta adeguata, forse del resto impossibile senza una attenta preparazione a base di fagioli o di una bibita gassata (o tutt'e 2.. chissà che risposta multipla. Altro che i loro questionari...). E ha avuto anche il coraggio di dire che l'umorismo non è una cosa soggettiva.
Mi ha detto che il mio sangue precedentemente regalato non è stato utilizzato. Non perché non sia buono, ma perché non si può usare del sangue donato da chi ha dichiarato certe cose. Dall'ultima volta sono cambiate le regole, a quanto pare. E per poter continuare a regalare, ho dovuto scrivere una dichiarazione. Vi ho scritto, più o meno: "Buon giorno. Io, Codi Silver, dopo aver parlato con la Ematologa Severa, preso atto del fatto che il mio sangue non può essere utilizzato dopo una compilazione del modulo-questionario richiesto dalla regione in stile umoristico, dichiaro di disconoscere quanto ho scritto nel questionario precedente del 13 maggio 2003, le risposte al quale sono unicamente frutto della mia fantasia. Invito quindi l'azienda ospedaliera a tenere conto del presente questionario e non di quello precedente". Che baraonda, oh. D'ora in poi - dopo la riunione del personale ospedaliero nella quale (a detta dell'ematologa severa) si è parlato del mio caso - pare io non possa più compilare il questionario a mio piacimento. Devo rispondere con "serietà" a serissimi quesiti tipi "È in gravidanza?" e "Ha avuto aborti?". Ce la farò a mettere una semplice crocetta sul "no" senza aggiungere altro? E a domande del tipo "Ha avuto rapporti a rischio con partner affetti da HIV o epatite C?". Come se le infezioni si trasmettessero in un contesto del tipo "Uuuh... guarda quella... ho saputo che ha addosso una serie di malattie da far invidia a quel personaggio di Dylan Dog che le collezionava su di sé... Lo so perché me l'ha detto. Sì, me la voglio proprio fare". Bah, spero di riuscire ad escogitare qualcos'altro per divertirmi in quell'occasione.
Fra l'altro, la prossima volta mi è stato detto dovrò andarci a digiuno. Che serva a meditare, come suggeritomi dall'amico neo-mormone?
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